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Condurre l’arte contemporanea

sulle vie della seta per entrare

nella storia del foulard d’autore.

Maestri di fama internazionale hanno concepito frammenti d’arte per la realizzazione di un accessorio di pregio,

un oggetto di uso quotidiano, un tessuto dalla perfezione industriale, ma che esprime lusso e artigianalità.

Nasce così il progetto trame d’artista.

 

Ernesto Tatafiore, Sergio Fermariello,

Lello Esposito, Massimo Patroni Griffi,

Pierre-Yves le Duc, gli artisti selezionati per questa prima collezione.

 

Il foulard rivela un mondo complesso, una sfida tra arte, moda, design, artigianato e alta tecnologia.

È un processo che dalla creazione alla produzione, alla distribuzione, al punto vendita, al packaging, emoziona mani e mente.

 

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Carmen Del Grosso

art director

la storia del foulard

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Il foulard, dal provenzale foulat,

in francese foulè o carrè,

in inglese scarf.

Il foulard ha sempre indicato una stoffa in seta, cotone o lana, estremamente lieve, tagliata in quadrato con base più o meno ampia. Mai assente nell’abbigliamento, dallo chiffon da taschino alla seta da annodare al collo o alla borsetta, da indossare come copricapo o cintura o top o ancora da stringere intorno alle spalle. È voce importante nel prestigio delle griffe più affermate.

È accessorio che denota eleganza ma, come copricapo, anche necessità.

La storia del foulard si è spesso intrecciata a quella dell’arte, dando vita a impensabili collaborazioni. Prima ancora che Accornero disegnasse per Gucci i “giardini di seta” negli anni sessanta, o Monnini  per Pucci e per Ferragamo nel 1950, già Matisse rimane conquistato dai foulard, tanto da dipingerne alcuni esemplari che aprono la strada alle collezioni di Salvador Dalì e Bernard Buffet.

La relazione tra arte e moda è  stata sempre un’attrazione reciproca: ai primi del ‘900 a Parigi un sarto come Jacques Doucet comincia ad acquisire opere di Matisse e  de Chirico; il futurismo italiano e il costruttivismo russo producono i disegni e gli abiti di Balla, Depero e Delaunay, Tatlin ed Exter; Coco Chanel collabora con Cocteau, Laurens e Picasso; ma solo dagli anni settanta gli stilisti arricchiscono il loro dialogo con la ricerca visiva, da Yves Saint Laurent che progetta vestiti alla Mondrian a Issey Miyake che invita Cai Guo-Qiang a bruciare i suoi abiti.

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